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II – Itinerari Turistici a São Nicolau

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II – Itinerari Turistici a São Nicolau

2) Presentazione della capitale Città della Ribeira Brava

Città della Ribeira Brava

Ribeira Brava è la città storicamente più importante dell’isola di São Nicolau (. Salita al rango di “città” in tempi recenti, è un abitato ordinato, tranquillo e pulito. I principali edifici sono restaurati e la tinta rinfrescata di continuo. Rare, per fortuna, le intrusioni moderne nel centro storico, mentre si sono conservate alcune piacevoli architetture in tipico stile coloniale. Tutte le strade del centro sono lastricate e presentano i negozi sui due lati: gli antichi storici negozi dove trovare di tutto, che convivono con i nuovi negozietti dei cinesi, molto economici ma a volte non di primissima qualità: infatti è usanza affibbiare ironicamente la definizione di “cinque minuti” ad ogni prodotto cinese, alludendo alla loro effimera esistenza…

Nella piazza centrale, chiamata Praça do Terreiro, si erge massiccia la chiesa di Nossa Senhora do Rosario, sede vescovile nei secoli ‘700 e ‘800. E’ certamente l’edificio ecclesiastico più imponente di tutta Capo Verde. L’altare barocco è opera di un artista portoghese. Il soffitto (danneggiato dalla recente alluvione) reca una grande immagine della Madonna, opera di Manù Rasta, un giovane artista capoverdiano che ha realizzato anche la fontana dei giardini di fronte alla chiesa, sulla sinistra guardando la chiesa. La fontana rappresenta un uccello migratore, simbolo di quell’emigrazione che ha caratterizzato lungo i secoli, la storia dell’isola e di tutto l’Arcipelago.

 

L’emigrazione di S. Nicolau

Se l’emigrazione è stata l’unica risposta possibile alle difficoltà di sopravvivenza di tutto l’Arcipelago di Capo Verde, l’emigrazione di S. Nicolau ha qualche caratteristica precisa.
Comune alle isole di Fogo e Brava è l’emigrazione di marinai specializzati nella pesca alla balena. Numerosi i marinai che nell’800 e nel ‘900 si stabilirono definitivamente nel New England (Boston, New Bedford, Providence, Pawtucket – detto Pataquét dai capoverdiani – etc.).

Comune ad altre isole fu l’emigrazione forzata o agevolata (“contratados”) a São Tomé, nuova forma camuffata di schiavismo, da cui si ritornava, chi ci riusciva, più poveri e soprattutto più stremati di prima. Ma davvero tipica di S. Nicolau fu l’emigrazione tutta al femminile iniziata negli anni ’60 del secolo scorso verso l’Italia. L’iniziativa fu di un padre Cappuccino, Gesualdo da Fiuggi, che iniziò a proporre le più brave ragazze del coro alle famiglie bene di Roma, a cominciare da quelle che gravitavano intorno alla parrocchia di S. Bellarmino. Ma ben presto le ragazze si liberarono dell’intermediario, e cominciarono a chiamarsi procurando sistemazioni a sorelle, cugine, amiche.

La legislazione a quel tempo era molto elastica e il periodo era favorevole. Le madri di famiglia in Italia sempre più spesso volevano essere indipendenti e avere un lavoro professionale che le teneva lontane dai lavori domestici e dai figli più piccoli. Le ragazze venete e della Ciociaria d’antica memoria incominciavano a scarseggiare, attirate se mai, più da un impiego in fabbrica. E così brevemente le ragazze emigrate di S. Nicolau formarono un piccolo esercito, soprattutto a Roma, Napoli, Palermo, Firenze. Si sono calcolate più di 6.000 presenze, negli anni ’80 e ’90, che oggi si sono moltiplicate con le seconde e terze generazioni.

Sempre sulla sinistra della chiesa, la storica scuola dei primi del ‘900, ora adibita a Biblioteca. Nel giardino antistante, un’alta colonna regge il busto del Dottor Julio José Dias, un personaggio storico da tutti conosciuto. Nato nel 1805 a S. Nicolau, fece gli studi di medicina a Parigi, ma poi rientrò definitivamente nella sua isola per dedicare tutta la vita, con devozione e generosità, alla salute dei compaesani. Qualche anno dopo la sua morte (1873) i compaesani gli dedicarono questo busto.

Di fronte alla camera Municipale si estende un giardino molto curato, dove tra i tanti fiori spiccano centenarie acacie Flamboyant, mandoeiros e manghi frondosi, calamita irresistibile per i ragazzini quando i suoi frutti sono maturi. Da un lato si nota un gazebo, dall’altra si apre lo spazio chiamato Esplanada, dove si trova il Café Ribeira Brava, punto d’informazione turistica, sede di corsi di formazione, free wireless, bar-ristorante e luogo aperto ad ogni incontro sociale e musicale.

Dietro la Camera Municipale, di fronte alle Poste, una piazzetta con panchine e ripari fioriti (oleandri, ibiscus, tortolho, etc.) è ritrovo degli studenti che utilizzano il free wireless offerto dal Comune. Qui, in compagnia di un alto cipresso tipicamente mediterraneo, sorge un monumento di bella fattura dedicato al pensatore/scrittore Baltazar Lopes da Silva, illustre figlio di S. Nicolau
(si veda sotto, “I Claridosos”). L’opera è stata recentemente realizzata in bella pietra rosa da un raffinato e poliedrico artista di Capo Verde, Leão Lopes.

Nella stessa piazzetta, più defilato, un fontanile è meta quotidiana delle ragazze che vanno a prendere l’acqua. Un’occasione per scambiarsi le ultime novità, e poi ripartire, su per scalette e ripide stradine con 30/40 litri d’acqua in bilico sulla testa. Un esercizio di forza ed equilibrio che un tempo non troppo lontano, era d’obbligo per tutte le donne, fin dalla più tenera età.

Attraversato il letto (in secca per quasi tutto l’anno) del torrente Ribeira Brava, che da il nome alla città, girando a desta s’incontra l’imponente edificio del Seminario (1866), il primo istituito in Africa occidentale. Nato come dimora del Dr Julio, venne poi donato per funzionare come seminario, diventando presto anche scuola laica, un liceo con livello d’insegnamento pari a quello di Lisbona, cosa che attirò le persone con forti interessi culturali. Pur essendo istituito per formare i quadri destinati a sostenere e perpetuare il sistema coloniale, involontariamente ha offerto a molti intellettuali gli strumenti necessari per partecipare concretamente alla costruzione della cultura e della identità capoverdiana. Da qui infatti uscirono le menti più lucide, come Baltazar Lopes, Jorge Barbosa, Manuel Lopes, e altri, che diedero vita al movimento letterario “Claridade”.

 

I “Claridosos”

Baltazar Lopes

Baltazar Lopes

Il gruppo dei “Claridosos” era costituito da intellettuali che gravitavano attorno al Seminario/Liceo. Il loro movimento letterario approfondì la tematica dell’identità nazionale e della cultura creola, producendo una importante rivista “Claridade” (1936). Pregevoli anche alcuni romanzi di portata internazionale, come Chiquinho (1947) di Baltazar Lopes, nato nel 1907 nella vicina Calenjão. Il suo romanzo è un ritratto esemplare del Paese e della sua gente, dei problemi e delle aspettative, analizzate con grande intelligenza e lucidità e soprattutto con un nuovo mezzo espressivo, una nuova scrittura che non dimentica la lingua parlata, il creolo. Interessante anche l’altro romanzo Chuva brava (Pioggia selvaggia) di Manuel Lopes, che presenta la stessa libertà intellettuale, la stessa analisi sociale, lo stesso senso di responsabilità verso una formazione nazionale, anche se i tempi non erano ancora maturi.

Anche Juvenal Cabral, padre del leader Amicar Cabral (1924-1973), passò da qui. Amilcar Cabral, che portò il Paese all’indipendenza, per i suoi studi si spostò prima al Liceo di Mindelo (isola di S. Vicente) e poi in Portogallo, da dove iniziò la lotta di liberazione, che proseguì poi in Guinea-Bissau. L’indipendenza arrivò nel 1975, ma purtroppo Cabral non la vide, poiché venne assassinato in Guinea Konakry per cause mai del tutto chiarite. Amilcar Cabral resta comunque uno dei leader più lucidi e creativi di tutta l’Africa. Secondo Victoria Brittain, (The Guardian, January 17, 2011) Cabral è considerato un “teorico della rivoluzione significativo quanto Frantz Fanon e Che Guevara”, la cui influenza si è riverberata ben oltre i confini dell’Africa.

Il Seminario cessò la sua funzione nel 1933. Ma la vita di questo edificio, il più imponente di tutta l’isola, è stata molto travagliata, con un culmine durante i primi anni del ‘900, quando la dittatura di Salazar la adibì a prigione per esiliati politici. Il massimo si raggiunse con un arrivo di 200 prigionieri politici provenienti da Madeira. Per poterli controllare, nel 1931 sbarcò nel porto di Preguiça un plotone composto da 50 mandinga, reclutati nel continente africano. A quell’epoca, dopo le ore 21,00 era proibito perfino passare nelle vicinanze dell’edificio. Di questi prigionieri, una volta liberati, alcuni s’inserirono nelle strutture civili dell’isola e qualcuno si stabilì definitivamente a S. Nicolau.

All’ingresso della città, superato un ponte sulla ribeira, a destra vi è la costruzione del nuovo mercato. L’edificio pulito e ben tenuto accoglie qualche banco di verdura e a volte qualche rivenditrice di pesce, che però più spesso si preferisce comprare dalle peixeira che vanno in giro per la città, con il secchio traboccante sulla testa, come ai vecchi tempi.

Informazioni pratiche

A Ribeira Brava:
Agenzia di viaggi Santos & Santos, (tel 2351830), organizza viaggi in tutta l’isola.

A Tarrafal:
Agenzia Rocha Scribida (tel 9945146) con possibilità di affitto macchina, con o senza guida.

A Monte Gordo:
Il Parco Nazione di Monte Gordo (tel 2371829), fornisce guide ben formate, utili per girare non solo il Parco.

Trasporti

Numerosi gli aluguer, i taxi pubblici di gruppo, molto economici ma di frequenza irregolare. Spesso la sera sono completamente assenti, tuttavia si possono affittare individualmente. In questo caso il costo aumenta ed è prudente trattarlo prima della corsa.
Si può anche affittare una macchina. Attenzione che sia a gasolio e non a benzina, molto più cara.

Agenzie affitto macchina

Ribeira Brava:
Monte Gordo Rent-a-car (tel 2351280/9928877). Circa 5.000$00 al giorno, a seconda dei veicoli.
Agenzia di viaggi Santos & Santos, (tel 2351830). Fernando Santos è un prezioso aiuto nel pianificare qualunque escursione.
Toi d’Armanda Lopes (tel 2361804-9945146) realizza giri in geep per i punti più turistici.

Tarrafal:
Toy d’Bia Quinha (tel 2361123) affitta macchine e organizza giri.

Dove dormire

Un consiglio generale: telefonate prima, per evitare delusioni e sorprese. L’isola non ha un gran giro di turisti e quindi qualche volta si rischia…

Pensão Santo Antonio (tel 2352200).
Prospiciente la piazza centrale della città, chiamata Terrerio.
Tutte le camere hanno bagno privato con acqua calda e il condizionatore d’aria.
Buona la cucina in un ristorante con l’accesso sorprendentemente trasformato in grotta, situato nella strada attigua.

Pensão Residencial Jardim (tel 2351117).
In zona chiamata Chãnzinha, si raggiunge attraverso scale e scalette nella parte alta della città. Camere moderne, semplici e pulite, con acqua calda. Il ristorante, con vista panoramica sulla città, offre una buona cucina locale, anche aragoste e zuppa di pesce.

Bela Sombra (tel 2351830-2351298-9945969).
Costruzione moderna e confortevole ma di un colore violento che sorprende. Camere con bagno, acqua calda e aria condizionata. Al primo piano un ristorante, Chez Nitinha, che offre saporiti piatti di cucina locale. Non perdete l’occasione di chiacchierare con Dona Nitinha, fonte inesauribile di storie locali.

Pensione Jumbo (tel 2351315).
Si trova sull’altra sponda della ribeira, Pensione modesta ma accogliente.

Dove mangiare

Ricordarsi del nostro consiglio: telefonate prima, quando è possibile, per evitare delusioni o tempi di attesa insostenibili… soprattutto quando si ha fame!

Esplanada-Café Ribeira Brava (tel 2352492).
E’ situato nel frondoso giardino di fronte alla Camera municipale. Tutti i fine settimana musica dal vivo. Possibilità di piatti tipici (cachupa e mariscos, cioè frutti di mare come polipo, lapa e buzio). Bibite di ogni tipo, dai whisky scozzesi, al grogue di Agua das Patas (considerato il migliore di Capo Verde), ai molteplici ponche artigianali, alle birre nazionali: Strela, alc. 5,6% vol. – anche alla spina -, Strela Preta, alc. 5,4% vol., Ego, alc. 8% vol. (Questa ottima birra è prodotta nella capitale, Praia, grazie ad un progetto danese che utilizza l’acqua di mare desalinizzata).

Café da Lapa
Nuovo ristorantino tipico e rumoroso, frequentato soprattutto dai locali (nelle adiacenze del Liceo).

Alternativa Rosi, Bar Ristorante (tel 9978507-2352261).
All’interno di un quintal (cortile) molto ben tenuto, birra fresca e piatti semplici. Famosa è la sua cachupa, da molti considerata la migliore in città.

Bar Belinda
Molto in centro. Locale popolare con ottima cucina tradizionale, compresa la cachupa guisada, cioè “saltata in padella”, da mangiare a colazione, com’è consuetudine.

Silà, Matadouro (tel 2351188).
Sulla strada che viene dall’aeroporto. Nei fine settimana, spesso musica tutta la notte.

Belita Restaurante (tel 2351232).
Pizzeria e mariscos, cioè frutti di mare, come, lapa e buzio.

Raconte (tel 2351689)
Un po’ fuori la città (a 1,5 chilometri), sulla strada per l’aeroporto. E’ specializzato in aragoste e frutti di mare, come lapa e buzio. Telefonare prima.

Diamante negro (tel 9770597).
Sulla strada per Tarrafal, a circa 5 chilometri da Ribeira Brava, in zona Boqueirão, sulla destra, prospiciente il mare, una nuova grande costruzione, segnalata da un cartello artigianale “Diamante negro”. Per non aver sorprese è preferibile avvisare il proprietario Tony d’Lino.

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